Nella mia vita ideale il ciclo delle stagioni non prevede intermezzi. Passerei da ferragosto direttamente al mese di novembre, quando il cambio degli armadi è già ordinato da un pezzo e i maglioni di lana coprenti e protettivi, uno status quo!
Nel romanzo perfetto Milano si trova a non più di un’ora di macchina da Porto San Giorgio e io posso bere una birra fresca con le mie amiche o infilare i piedi nella sabbia quasi in pausa pranzo.
Nel mio cassetto dei sogni è custodito il desiderio di tornare alla vita invernale senza che i pantaloni in velluto si accorgano degli aperitivi, delle cene in riva al mare, del pesce fritto e della zuppa inglese su pasta frolla, ultima grande scoperta di questa memorabile estate.
Ma ancor prima di tornare e salutare la mia cabina armadio so già che tutto questo non sarà possibile, che quando va bene per tornare al mio paesello impiegherò quattro ore e un quarto, che qualche bottone mi rimprovererà con simpatia e che tornerò rapidamente alla routine invernale in una città che mi stimola e appassiona pur togliendomi il profumo del mare.
Settembre non mi è particolarmente simpatico: inizia la scuola, ho una tale quantità di buoni propositi accumulati che solo ad elencarli mi ritrovo sotto il vischio e sono del segno del cancro: faccio fatica ad adattarci velocemente ai cambiamenti!!!
Sconfiggerò la tristezza grazie alle serie TV che mi sono state suggerite mentre cerco ispirazione per quella che sarà la mia attività fisica invernale.
Negli ultimi mesi ho provato canottaggio, il Sup, una lezione di tennis a settimana. Ho camminato tanto, mi sono allenata una volta con un personal trainer e seguito lezioni di Yoga con video di mezz’ora. Ho giocato a pallavolo sulla spiaggia, a racchettoni e nuotato tanto.
Tutto con grande passione e scarsi risultati! Non che io mi senta tonica e in forma, ma sicuramente felice di aver in parte contrastato la mia indole pantofolaia. E vorrei che questa sensazione continuasse…
Sono passata per Kos durante le vacanze e sono rimasta incantata dall’albero di Ippocrate, quello sotto il quale, come la leggenda narra, è stato prestato il primo giuramento che oggi sancisce l’inizio della professione medica.
Uno degli insegnamenti del padre della medicina che io preferisco recita :
“Il corpo umano è come un tempio e come tale va curato e rispettato, sempre”
I modi per amarlo e rispettarlo non riguardano solo la quantità di movimento settimanale e l’introito calorico, quante rinunce possiamo compiere e a quanti piccoli momenti di trascurabile felicità resistere.
Curare il nostro corpo significa non smettere mai di ascoltarlo come faremmo con un bambino piccolo che ci è stato affidato. Non vuol dire mantenersi dentro rigidi standard di peso, vuol dire giocare, accettarsi e partire da qui per migliorarsi. Sempre.
E se l’estate ci abbandona lasciandoci sulla riva del mare (scusate la mia scarsa propensione a formulare immagini di spensieratezza montanara o lacustre…) con ricordi di risate e il fegato ingrossato, non permettiamo all’ultima dieta frustrante e inutile di sedurci.
Possiamo rinunciare per una settimana agli zuccheri raffinati, depurarci con passati di verdura, preferire cereali integrali. Lasciare gli alcolici accanto alle pinne e alla protezione 50 fino alla prossima occasione davvero speciale…
Comunque sia andata la prova costume, i ricordi che portate via da questa estate saranno tanti, diversi, favolosi e non necessariamente collegati ad essa. E se lo sono stati in maniera condizionante, allora facciamoci due chiacchiere e prepariamoci insieme al prossimo anno per essere emotivamente più forti, anziché obbligatoriamente più magri!
Come scrive nel suo ultimo libro Selvaggia Lucarelli:
“Forse noi che non facciamo esercizi di fitness dovremmo fare esercizi di leggerezza. Perché perderemo sempre la guerra coi trigliceridi ma quella con chi ci giudica per il nostro peso possiamo vincerla”
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